Start up, basta la parola, potremmo dire prendendo in prestito un vecchio adagio. Non è infatti necessario essere laureati in inglese per capire, anche intuitivamente, a cosa ci riferiamo con questa espressione. Parliamo di imprese che presentano un intrinseco tasso d’innovazione. Figlie naturali del contesto odierno, in cui il web ed in particolare i media 2.0 rivestono un ruolo decisivo per veicolare iniziative capaci di “fare rete”, lo scorso ottobre hanno ricevuto una sorta di “battesimo” con il Decreto Crescita 2.0 (1) varato dal Ministero per lo Sviluppo Economico e convertito in legge a dicembre. Questo ha specificato, per la prima volta, le caratteristiche necessarie a definire un’impresa start up, procedendo inoltre a disciplinarne i principali aspetti, dalla costituzione alla, eventuale, chiusura.
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