Il web ha moltiplicato strumenti ed occasioni per promuovere e produrre cultura, nel mondo virtuale come in quello reale. In passato chi coltivava l’aspirazione di pubblicare la propria raccolta di racconti o il proprio romanzo doveva attraversare un limbo fatto dei rifiuti degli editori o, forse anche peggio, dei loro sì condizionati dall’obbligo di acquistare un tot di copie della propria opera, da distribuire tra parenti, amici e conoscenti. Nell’era del 2.0 questa sorta di “anticamera professionale” non è più una tappa obbligata: si può, al contrario, scegliere la via del self publishing, che comunque  presenta alcune criticità, o affidarsi ad editori come Lillibook, che ha deciso di puntare sulla qualità e che quindi non impone ai proprio autori l’odiosa clausola di acquisto di cui sopra. Qui di seguito l’intervista a Lapo Ferrarese (Lillibook Edizioni)

 

Lillibook è nata a maggio 2012,  in un momento  caratterizzato da profonda crisi economica in Italia. Qual è stato l’elemento che più temevate (la criticità dell’economia, la peculiarità  e frammentazione del mercato editoriale ecc ecc) e quale quello che invece vi ha più spronato e motivato a portare avanti il progetto?

L’elemento più difficile è stato (ed è ancora) sicuramente il momento economico difficile, non solo dell’editoria. Inoltre l’ebook, sebbene se ne cantino lodi sperticate a ogni occasione, al momento è di fatto ancora relegato a percentuali molto basse di vendita rispetto al cartaceo (che comunque tiene le sue posizioni, nonostante qualche calo fisiologico).

Detto questo, è pur vero che l’ebook ha ampi margini di miglioramento e le statistiche parlano di trend decisamente positivo per gli anni a venire.

Tanto per fare un esempio, secondo un’indagine Nielsen presentata al Salone del Libro di Torino dall’Associazione Italiana Editori (Aie) il mercato dell’eBook è aumentato del 300% nel primo quadrimestre dell’anno. Nonostante, quindi, rappresenti ancora una piccola fetta delle vendite librarie complessive (circa il 3%), sembra un fenomeno in continua espansione. Se consideriamo tra l’altro l’esperienza americana e inglese, dove il mercato degli eBook ha percentuali molto più elevate, si può supporre anche in Italia uno sviluppo di questo settore, se non analogo almeno interessante (resto convinto tuttavia che il digitale non soppianterà mai il cartaceo: preferisco pensare a una sana e valida collaborazione tra le due diverse fruizioni di un testo).

Tornando alla nostra iniziativa, è innegabile inoltre che il filone dei racconti brevi pubblicati online riscuota sempre più successo, sia tra gli scrittori che tra i lettori. Si sta diffondendo insomma una passione tipica del web 2.0 e dei social network: ad es. pubblico un racconto breve, nella pausa pranzo o dopo cena, su siti come Neteditor.it (con il quale collaboriamo per il progetto LilliBook) e in attesa dei commenti di lettori e scrittori iscritti al sito, a mia volta commento altre opere di autori tutti da scoprire o con i quali sono già in amicizia virtuale.

Il problema di questi siti, al di là dell’indubbia visibilità che offrono, è quello purtroppo della qualità dei testi. A fronte di uno o due autori veramente validi, si possono avere molti altri testi di scarsa o pessima qualità.

Con il progetto LilliBook abbiamo voluto provare a selezionare il meglio dei racconti brevi pubblicandoli in eBook a basso prezzo. Insomma, una vera e propria sfida. Un esperimento anche per noi, non solo per gli autori.

 

Dal vostro osservatorio, come percepite lo stato di salute del mercato dell’editoria in Italia? Quali sono gli elementi o settori di quest’ultimo che potrebbero trainarne la crescita nei prossimi anni?

Credo che stiamo assistendo a un’importante fase di transizione, di cambiamento epocale.
Librerie e distributori sono in grossa difficoltà, l’editoria tradizionale sta arrancando. In una fase economica così delicata si pubblicano sempre più i soliti noti, per andare sul sicuro. Gli esordienti, quando va bene, hanno la fortuna di capitare con un piccolo o medio editore che sa ancora svolgere il suo onesto lavoro (al massimo chiedendo un acquisto minimo di copie), altrimenti sono lasciati in pasto agli editori a pagamento.

Il libro elettronico e la stampa digitale potrebbero rappresentare gli elementi attorno ai quali l’editoria italiana potrebbe ristrutturarsi, anche grazie a un cambio di mentalità: l’eBook e la stampa digitale di libri in bassa tiratura permettono già adesso agli editori di pubblicare con investimenti molto più bassi (anche titoli ad alto rischio di flop).
Ma è il self-publishing la vera novità che sta riscuotendo sempre più successo e potrebbe portare a interessanti svolte: molti autori decidono di trasformarsi in “manager di se stessi”, non più delegando a un editore la propria opera, ma curandola e promuovendola in modo autonomo, senza filtri e senza interferenze.

In futuro è quindi innegabile che ci sarà sempre più offerta di libri.
Ma anche qui, come accennavo prima a proposito della pubblicazione di racconti online su siti letterari, sorgerà inevitabilmente il problema della qualità dei testi proposti. Se tutti possono pubblicare tutto, eBook o cartaceo che sia, chi ci salverà dalla “spazzatura”? Come distinguere a priori un buon libro, un buon autore dalla massa indistinta di autori autoprodotti?
Ecco quindi che torniamo al punto: il ruolo dell’editore di filtro, di valutatore, anche nelle pubblicazioni eBook.

Credo che alla fine sarà il mercato a premiare i buoni contenuti: testi validi, corretti, ben impaginati, con copertine professionali (o almeno decenti). Saranno quindi premiati quegli autori e quei marchi editoriali che offriranno “qualità”, in tutti i sensi.

Ad autori ed editori mi permetto quindi un piccolo suggerimento: evitate il “fai da te”, se proprio non siete esperti di impaginazione, di grafica e di web marketing. Un libro mal realizzato va poco lontano. Molto meglio affidarsi a professionisti del settore: editor, correttori di bozze, impaginatori, grafici con esperienza editoriale, stampatori di qualità e infine realizzatori di eBook che siano esperti. I soldi spesi vanno considerati un “investimento”: aiuterà a distinguersi per qualità e serietà.

 

Oltre ad acquistare gli e-book da voi proposti, qual è il feedback che registrate da parte dei lettori? Vi scrivono per esprimere commenti, apprezzamenti, suggerimenti o anche semplicemente segnalarvi un autore emergente che vorrebbero leggere su Lillibook?

Si, riceviamo commenti positivi da parte dei lettori, non solo sui racconti e gli autori proposti ma anche in merito al progetto e a come lo stiamo gestendo. Alcuni ci chiedono anche maggiori informazioni biografiche sugli autori. A proposito di questo, in futuro amplieremo le informazioni su ogni autore con la possibilità di seguirne le pubblicazioni. A volte può capitare che i lettori segnalino un autore, qualche altra volta si propongono loro stessi come autori. Sembra proprio che in Italia piaccia molto di più scrivere che leggere, dopotutto.

 

Gli autori che vogliono pubblicare con voi devono iscriversi sul sito e caricare i racconti che vogliono sottoporre alla lettura. Vi è mai capitato finora di essere, al contrario, voi a scovare un autore che poi avete pubblicato, magari leggendo uno dei tanti  blog che ospitano racconti di utenti?

La procedura di iscrizione e caricamento online dei racconti è stata pensata e sviluppata per organizzare al meglio il flusso di lavoro e ridurne i tempi di esecuzione in ogni fase. Certamente ci è capitato però di scovare autori molto interessanti ai quali ci siamo proposti per la pubblicazione dei loro racconti. Come detto, soprattutto il sito Neteditor.it, nostro partner in quest’avventura, è stato un’interessante fucina di autori davvero molto validi.

 

Segnalateci un vostro autore tra quelli che più recentemente avete iniziato a pubblicare, a vostro avviso meritevole, ma  ancora non  “sbocciato “ completamente in termini di pubblico.

Preferisco segnalarne più autori, per non fare torto a nessuno, perché davvero abbiamo scoperto molti validi talenti.

Tra questi (ma vado a memoria e ne abbiamo tantissimi, quindi mi scuso sin d’ora per chi dimentico) posso citare: Rubrus, Eleonora Ippolito, Elena Caserini, Lara Swan, Full, Ivano Citarella, Giulia Castelli, Alfredo Canovi, Matteo Quaglia, Walter Angelucci, Gianni Boanelli, Giulio Caso, Alma, Alessandra Pezzi, Luigi Vassallo, Roberta D’Andrea, Bluemarea, Stefania Tolari, Francesco Ruiu, Adele Costanzo, Mario Calcagno.

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