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Qual è il rapporto tra tecnologia e editoria? Senza dubbio lo sviluppo tumultuoso della prima ha moltiplicato le possibilità di accesso alla seconda da parte degli “aspiranti scrittori”, il che ha contribuito a far lievitare l’offerta, democratizzando la libertà di espressione. Non sempre però questo corrisponde a un effettivo “ascolto” delle esigenze dei lettori, e ciò fa sì che talvolta la panoramica delle case editrici rappresenti una galassia frastagliata e polverizzata priva di ancoraggi forti con la realtà territoriale e sociale in  cui ciascuna di esse opera. L’esperienza della salentina Esperidi costituisce, in tal senso, un’entità controcorrente e interessante, che segue un percorso ben preciso e “disegnato con cura”.A uno dei fondatori, Claudio Martino, il compito di ricostruirlo.
«Edizioni Esperidi nasce nel 2009, a opera mia e di Roberta Marra, archeologi di professione ma con la passione per la carta stampata. Inizialmente la casa editrice si propone semplicemente di realizzare una rivista, Kunstwollen, dedicata a studi di diversa natura del territorio pugliese, realizzati da giovani ricercatori e studiosi in genere. Contemporaneamente ai primi tre numeri (dedicati rispettivamente all’arte, all’architettura e alla musica) vengono realizzati altri volumi, sempre su argomenti riguardanti il territorio. Il nome deriva dalle ninfe Esperidi, custodi dei magici pomi dorati che crescevano su di un albero in un giardino del mito greco: magico, per noi, è il libro, sfogliarlo, annusarlo, leggerlo e viverlo».
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-Matteo_Leo_502597414

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