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Immaginate di trovarvi stesi su un prato con un filo d’erba in bocca in un giorno di aprile. Con lo sguardo in alto e la pelle solleticata dalla prima brezza di primavera, vi godete il colore unico del cielo, nel momento in cui il pomeriggio scompare facendo posto alla sera. L’anima è sospesa in una sorta di quieta euforia mista a una tiepida nostalgia, l’attesa per i giorni che verranno si mescola alla malinconia non ancora sopita per quelli appena conclusi. Se questa scena fosse una musica, sarebbe quella di Ages (Interbang Records/Bad Panda Records), secondo disco dei salentini Girl with the gun realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Record e pubblicato il 27 dicembre scorso.

Il cd, frutto di un lungo periodo di gestazione, è stato influenzato da molteplici differenti matrici stilistiche. Le atmosfere eteree, poetiche e immaginifiche del primo album (Girl With The Gun) si sono stemperate, facendo posto a un sound più corposo, che oscilla tra accenti distorti (Hold on for CuesHover), sapori caraibici (Love Far) e vigorose sterzate in direzione indie rock (At All). La matrice shoegaze del primo album, frutto della collaborazione con Simon Scott degli Slowdive, si ripropone attraverso i riverberi di Echo Alone e i delay feedback di Long On. Si tratta quindi diun lavoro sensuale e atmosferico attraversato da una satinata e morbida malinconia, che dà nuova linfa al pop psichedelico. La registrazione è stata inoltre caratterizzata da grande cura dei dettagli e da un azzeccato mix di analogico e digitale,rendendolo «un vecchio disco con un’anima moderna».

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