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Mezze verità, silenzi, omissioni…quanto può essere doloroso, per un figlio adottivo, tentare di ricostruire la propria storia biologica?

Quale dose di coraggio serve per intraprendere un percorso di “scavo” in cui tutto, a parte l’inizio, è un’incognita?

Sono questi alcuni degli interrogativi attorno a cui ruota Segreti e bugie, film del 1996 scritto e diretto dal regista inglese Mike Leigh.

«Se hai un limitato tempo a disposizione cerchi di mettere ordine nella vita». Questo è il motto di Hortense ( Marianne Jean-Baptiste ), optometrista trentenne di colore. La donna è decisa a rintracciare la madre naturale dopo la morte di quella, molto amata, adottiva.

Segreti e bugie, madre e figlia tra diversità e riconoscimento 

Così, inizia una ricerca dall’esito imprevedibile e spiazzante per entrambe le parti. Superata l’iniziale paura mista a diffidenza, Hortense si accorge di condividere insospettabili affinità caratteriali con la fragile Cynthia (Brenda Blethyn). Questa l’ha messa al mondo giovanissima e poi data via immediatamente.

Segreti e bugie - Mike Leigh

L’abbozzo di rapporto che segue proietta la giovane donna in una famiglia completamente diversa dalla sua, Nonostante il profondo affetto che lega Maurice, fratello di Cynthia, e la moglie Monica alla nipote Roxanne, sono molteplici focolai di tensioni. E ad alimentarli per anni, ha contribuito l’ostinato silenzio dietro cui ognuno di loro si è trincerato.

Che sia proprio il compleanno di Roxanne l’occasione per far deflagrare segreti potenzialmente letali, offrendo a ciascuno legame l’opportunità di un nuovo inizio?

Segreti e bugie - Mike Leigh

La critica su Segreti e bugie

A proposito del film, vincitore della Palma d’oro per il miglior film, hanno scritto: «Segreti e bugie sta a Voglia di tenerezza come Full Metal Jacket a Rambo».

Danese ha  rilevato che «la cinepresa di Leigh riceve i personaggi, non li segue, non li cerca». 

Ciò che rende inconfondibile e prezioso Segreti e bugie è il fatto che riesce a essere, contemporaneamente, estremamente toccante e meravigliosamente pudica. Tratteggia delicatamente gli stati d’animo che investono Hortense e Cynthia al momento della reciproca scoperta. (In tal senso, meritatissima la Palma d’Oro come miglior attrice assegnata Brenda Blethyn).

Le dinamiche che si creano  tra le due nella fase iniziale di conoscenza vengono sfiorate con tatto,  svelando solo pochi elementi. Spetta allo spettatore il compito di ricostruire per intero il mosaico.

Tale scelta stilistica dimostra grande rispetto e attenzione per una tematica, ad altissimo tasso emotivo. Difficile da raccontare senza scadere nel pietismo e nella deriva melensa dei personaggi.  L’incontro tra Hortense e Cynthia regala a entrambe una metamorfosi commovente: lo spettatore ritrova pezzi di sé in una  e/o nell’altra. Anche in base alla propria sensibilità e al proprio vissuto. 

Segreti e bugie ha il merito di accompagnare per mano il pubblico all’interno di una storia lacerante e trasformativa. Inoltre, Mike Leigh suggerisce molteplici spunti di riflessione che riguardano le relazioni umane e familiari, anche al di là del tema specifico dell’adozione.

Un’occasione, questa, per (ri) pensare la nostra concezione di famiglia, e chiederci se – e quanto – facciamo per prendercene cura.

(Guarda il trailer di Segreti e bugie su Youtube)

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5 responses to “Segreti e bugie, ritratto di famiglia tra verità nascoste e affetti negati”

  1. mi metto nei panni di un figlio adottivo…io vorrei sapere delle mie origini e farei di tutto per scoprire tutto il possibile.
    Credo sia umano e lecito per ogni individuo mettere ordine e paletti nella propria esistenza
    Non ho mai visto il film..ma sono certa che è motivo di riflessione riguardo questo argoemento:
    Ti confesso che sarei curiosa di vederlo..
    Ciao Francesca..un bacione

    1. credo che scoprire di essere figlio adottivo possa essere traumatico, se non si ha la fortuna di avere alle spalle una famiglia solida, capace di affrontare la cosa senza strappi e lacerazioni ulteriori.
      d’altra parte credo che ci voglia anche tanto coraggio a cercare le proprie origini e intraprendere il percorso di scavo e rimessa in discussione delle proprie “certezze” che questa scoperta provoca.

      un bacione 🙂

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