“Making money is art and working is art, and good business is the best art”. In quest’affermazione, tanto concisa quanto sarcastica, è racchiuso il nucleo del pensiero di Andy Warhol, emblema della pop art, i cui lavori sono in mostra a Roma presso Palazzo Cipolla fino al 28 settembre.
L’esposizione, approdata nella Capitale dopo lo straordinario successo riscosso a Milano con 225.000 visitatori, è la prima grande monografica dedicata all’artista, ed è costituita da 155 opere provenienti da The Brant Foundation, il cui fondatore Peter Brant è anche curatore della mostra, insieme al critico d’arte italiano Francesco Bonami.
La selezione di opere esposte è particolarmente significativa in quanto Brant è stato innanzitutto amico e compagno di viaggio di Andy Warhol, con cui girò il mondo, iniziando a raccoglierne i quadri prima che il suo nome diventasse celebre. «Papà l’ha incontrato attraverso Leo Castelli, e l’ha reputato subito il migliore di tutti. Forse per la capacità di sperimentazione, forse per l’adozione di icone già note al grande pubblico, che lui sapeva far diventare più belle», ha dichiarato Allison, la figlia di Brant. «Warhol mi è stato familiare fin da piccina. Non ho fatto a tempo a vederlo, ma è come se fosse uno di casa».
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